sabato 30 agosto 2008

Lubiana tra gallerie e caffè




di Cecilia Martino

Con 8 gradi di temperatura e la pioggia Lubiana assomiglia alle piccole città del Nord Europa in modo particolare. La capitale slovena sotto il sole, dicono, è tutta un’altra cosa. Eppure ci sono luoghi come questo che meritano di essere visitati con la pioggia, che assumono nel grigiore del tempo invernale fattezze congeniali agli stati d’animo più fuggevoli, regalando atmosfere meno comuni in cui l’aspetto malinconico traspare nella penombra che spegne i colori, pur vivi, di monumenti e case. E poi c’è l’acqua che scorre, l’acqua scura della Lubljanica, l’acqua sotto i ponti che rivestono la città marcandone, ancora una volta, la fisionomia nordeuropea.

C’è il ponte dei calzolai (Shusterbrücke), quello dei draghi (Drachenbrücke) e l’elegante Triplice ponte (Drei-Brücke), nobile ingresso al centro storico. Da qui vi si entra, sostando a piazza Prešeren che porta il nome di un poeta, il sommo poeta sloveno France Prešeren (1800–1849), icona nazionale e romantica di cui è nota la triste vicenda amorosa con la figlia di un negoziante, Julija Primic, finita sposa a un altro uomo. A lui è dedicato il monumento omonimo sulla piazza e ci piace pensare che a lui si debba una parte di questa atmosfera struggente che la “sua” città assorbe nell’aria come i versi di una poesia.

E se si pensa che l’inno nazionale sloveno, “Zdravljica” (il Brindisi), è uno dei poemi che l’innamorata soleva più spesso cantare ai piedi del monumento dell’amato, la suggestione lascia intravedere un fondo di realtà. France e Julija sono i personaggi della più bella storia d’amore della città, cantata in versi. Come la statua del poeta è oggi uno dei punti di riferimento, e di incontro, di giovani e viaggiatori, così quella di Julija “Primicova”, scolpita in rilievo sulla facciata della casa dove la giovane ha vissuto, al di là del Triplice ponte, scruta i passanti con sguardo enigmatico. Altrettanto liricamente la leggenda vuole che la città sia stata fondata dagli Argonauti che navigavano sul fiume, fuggendo dal Mar Nero in direzione dell’Adriatico, portando con sé la Toison d’oro.

In piazza Prešeren convergono monumenti imponenti, in particolar modo risaltano due tipiche facciate liberty, quella dell’“Ura” e dell’emporio “Centromerkur” e quella, disegnata su modello italiano, della Chiesa dei Francescani, prezioso esempio di arte barocca. Parlando di architettura non può sfuggire il nome di un altro cittadino illustre sloveno, l’architetto Jože Plečnik, artefice di numerose strutture originali. Il monumentale colonnato del Marktplaz, il mercato, che si snoda lievemente arcuato dal Triplice ponte fino al ponte dei draghi, è una sua creazione. Dando le spalle alla Chiesa e alzando gli occhi, si scorge il castello medievale, uno dei simboli di Lubiana che troneggia lassù, avvolto dal manto verde delle colline circostanti.

Della capitale slovena va ricordato anche il suo prestigio artistico che ogni anno dispari, dal 1955, si rinnova ospitando la Biennale Internazionale di Arte Grafica. Non sarà difficile imbattersi in numerose gallerie antiquarie e in fantasiosi locali dove tra un caffè e un dolce si possono ammirare pitture e grafiche di promettenti autori locali.. Tra questi, segnaliamo la Galleria Na Dvornem trgu, un caffè-galleria d’arte nella piazzetta omonima, tra il ghetto e il rettorato dell’Università, molto frequentato dai giovani lubianesi.

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